Porte Aperte?



» SEQUENZA ALLO SPIRITO SANTO


»  STIMOLI PRO-POSITIVI:



- CANZONE:   Pete Townshend "LET MY LOVE OPEN THE DOOR" (1980)


- versione originale inglese - 



When people keep repeating
That you'll never fall in love
When everybody keeps retreating
But you can't seem to get enough

Rit.
Let my love open the door
Let my love open the door
Let my love open the door
To your heart

When everything feels all over
Everybody seems unkind
I'll give you a four-leaf-clover
Take all worry out of your mind

I have the only key to your heart
I can stop you falling apart
Try today, you'll find this way
Come on and give me a chance to say

Let my love open the door,
It's all I'm living for
Release yourself from misery
There's only one thing gonna set you free
That's my love, that's my love

When tragedy befalls you
Don't let it drag you down
Love can cure your problems
You're so lucky I'm around

- traduzione italiana - 



Quando le persone continuano a ripetere
Che tu non ti innamorerai mai
Quando tutti si arrendono/ti abbandonano
Ma tu non riesci ad averne abbastanza


Rit.
Lascia che il mio amore apra la porta
Lascia che il mio amore apra la porta
Lascia che il mio amore apra la porta
Al tuo cuore

Quando tutto sembra finito
E tutti sembrano crudeli con te
Io ti donerò un'immensa fortuna
Toglierò ogni preoccupazione dalla tua testa

Io ho l'unica chiave per aprire il tuo cuore
Io posso evitare che tu cada a pezzi
Ci proverò oggi, troverai questa strada
Vieni e dammi la possibilità di parlare

Lascia che il mio amore apra la porta
E' questo ciò per cui io vivo
Liberati dalla sofferenza
C'è solo una cosa che ti renderà libero
Ed è il mio Amore, è il mio Amore


Quando ti capitano tragedie
Non lasciare che ti trascinino verso il basso
L'Amore può curare i tuoi problemi
Sei così fortunato che io sia vicino a te



- TESTO: Chiara Giaccardi "PORTA"


È iniziato un anno santo, aprendo una porta. Un gesto semplice e quotidiano, che diventa straordinario proprio perché in sé è già un simbolo, che parla a tutti. E in epoca di guerra di simboli, ridotti ad armi di divisione, c’è bisogno di questa concretezza. «Basta con le larve di parole: rimettiamoci dinanzi alle cose!», ammoniva Romano Guardini, già quasi ottant’anni fa. La porta è simbolo perché mentre separa unisce, e insieme segna una differenza. Dice che non ogni spazio è equivalente, che c’è una discontinuità tra dentro e fuori, sacro e profano, nostro e altrui. Ma dice anche che ciò che divide può unire: e la differenza la facciamo noi, col nostro movimento che traccia inedite vie di unità. Attraversare differenze ci desta dal sonno dell’equivalenza, ci fa respirare pienezza. Chiudere e aprire, poi, non sono gesti a senso unico. Chiudere le porte è un gesto di difesa comprensibile, che però alla fine lascia fuori la vita. Lo dice bene Eliot, con l’ amarezza del rimpianto: Passi echeggiano nella memoria, lungo il corridoio che mai prendemmo, verso la porta che mai aprimmo. (T. S. Eliot) Ma si può anche chiudere per proteggere: quante volte le case e le chiese sono state riparo per i perseguitati! «Apri a chi non bussa alla tua porta», scriveva Pessoa. Che significa andare incontro con mitezza, incoraggiare chi è rassegnato, accogliere chi la pensa in altro modo. Aprire è spalancarsi agli altri, al futuro, al calore e alla ricchezza della compagnia. Ma tenere le porte aperte è anche essere vigili, presenti: «Non sapendo quando l’alba verrà lascio aperta ogni porta», scrive Emily Dickinson. La porta parla di come abitiamo il mondo. È un passaggio che trasfigura, persino quando a essere attraversata è la porta di una cella : «perché la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà», ha scritto Papa Francesco. Non basta dunque che le porte siano aperte per essere liberi. La prima porta da aprire è quella del nostro cuore.


» DALLA PAROLA... : Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10, 1-9)


«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.



» ....ALLA VITA:  

  1. Quali "porte" ho varcato fino ad oggi e quali sono chiamato ancora ad attraversare?
  2. Mi è mai capitato di essere "porta" per qualcuno? come?
  3. Ho vissuto in questo anno giubilare delle esperienze di accoglienza o di servizio in cui sono stato strumento di misericordia per i bisogni del prossimo?

» PREGHIERA FINALE:  "Vivi di stupore"


Il male esiste, cerca qualcuno da inchiodare alla propria debolezza, al proprio passato.
Il male esiste, vuol farti credere ce tu non puoi, non sei adatto a un altro futuro, che il passato è il tuo destino. 
Vai controcorrente, fai il contrario. 
Se sei stanco di correre, corri. Puoi volare anche se hai le ali spezzate.
Se non hai voglia di ascoltare, ascolta. 
Se non hai voglia di fare, fai. 
Se hai paura di parlare, buttati e parla. Sbaglierai un verbo, sarai più umano. 
La vita ha una sua saggezza. Si fa incontrare da chi non si sente capace.
Valle incontro, sarai stupito da quello che uscirà da te. 
Vivrai di stupore.

(E. Olivero)


» PRO-POSITO per la settimana:


Farò qualcosa che non mi va, restando aperto allo stupore.