02/02 Pronti, coscienza... via!




» SEQUENZA ALLO SPIRITO SANTO

»  STIMOLI PRO-POSITIVI:


C’è un momento nella vita cristiana che diventa decisivo perché è un momento di svolta. Se inizialmente il cristianesimo è innanzitutto incontrare Cristo. La seconda cosa importante nel cristianesimo è sentire che questo incontro non ci “trattiene” ma ci “manda”: “Poi chiamò a sé i dodici e cominciò a mandarli a due a due”. È un dettaglio non di poco conto nella crescita spirituale di ciascuno di noi. La verità di quello che abbiamo incontrato si manifesta in un atteggiamento di apertura, non di chiusura. In un atteggiamento inclusivo, non esclusivo. In un “andare”, e non in un “fermarsi”. Ma questo verbo di movimento che il Signore mette nel cuore di ciascuno non è innocuo. È un verbo di movimento carico di conseguenze: “e diede loro potere sugli spiriti immondi”. Il cristianesimo per sua natura è contrapposizione al male e a tutto ciò che esso riguarda. Per questo la presenza di un vero cristiano deve sempre essere principio di cambiamento, di differenza. La sua presenza deve essere sempre scomoda, specie lì dove le logiche del buio sembrano dominare. È il valore della testimonianza. È il valore di diventare con la nostra stessa vita un esorcismo vivente ma alla maniera che ci ha insegnato San Francesco: “dove è odio, fa ch'io porti amore, dove è offesa, ch'io porti il perdono, dove è discordia, ch'io porti la fede, dove è l'errore, ch'io porti la Verità, dove è la disperazione, ch'io porti la speranza. Dove è tristezza, ch'io porti la gioia, dove sono le tenebre, ch'io porti la luce. Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto: Ad essere compreso, quanto a comprendere. Ad essere amato, quanto ad amare. Poiché se è dando, che si riceve. Perdonando che si è perdonati. Morendo che si risuscita a Vita Eterna”.  Non siamo chiamati a fare fuochi d’artificio ma a compiere prodigi. È il prodigio di chi crede e per questo ama in un mondo che ti dice spesso che non conviene amare.
(don Luigi Maria Epicoco)


» DALLA PAROLA... :    Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21, 23-27)


Entrato nel tempio, mentre insegnava gli si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo e gli dissero: «Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?».  Gesù rispose: «Vi farò anch'io una domanda e se voi mi rispondete, vi dirò anche con quale autorità faccio questo.  Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Ed essi riflettevano tra sé dicendo: «Se diciamo: "dal Cielo", ci risponderà: "perché dunque non gli avete creduto?"; se diciamo "dagli uomini", abbiamo timore della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta».  Rispondendo perciò a Gesù, dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch'egli disse loro: «Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

Sembra un gioco di compromessi: “se dico questo, chissà cosa penseranno di me? È meglio se sto zitto e cerco la via più facile per uscirne pulito”. Forse questi pensieri sono passati anche nella tua testa e qualche volta hai pensato che esporsi troppo forse era un peccato o qualcosa di sbagliato. Addirittura sembra che anche Gesù scenda a compromessi in questo brano. Pone delle domande cercando di non dare lui stesso qualche risposta. Quasi Gesù volesse capire con chi aveva a che fare, scegliendo di “stare al gioco” e cercando di capire quali sono le intenzioni dei suoi interlocutori prima di svelare i progetti del Padre. Questo però ci invita soprattutto a fare chiarezza in noi stessi, senza questa chiarezza è molto più difficile fare discernimento illuminati dalla Parola e capire “con quale autorità” Gesù opera nella nostra storia.


...ALLA VITA:  

1.     ATTIVITÀ: Scegli l’immagine o le immagini che meglio rappresentano il tuo stile di discernimento, di ricerca e motivane la scelta.

2.     Quali ambiti della tua vita richiedono un esercizio di discernimento? 
       (lavoro, studio, amicizie, amore, vocazione...)

3.     Il discernimento finora ti è servito più per partire o per arrivare?


  
»  PREGHIERA FINALE:  
dal MESSAGGIO DEL SANTO PADRE 
PER LA 52ma GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI

Signore, fa’ di noi strumenti della tua pace.
Facci riconoscere il male che si insinua in una comunicazione che non crea comunione.
Rendici capaci di togliere il veleno dai nostri giudizi.
Aiutaci a parlare degli altri come di fratelli e sorelle.
Tu sei fedele e degno di fiducia; fa’ che le nostre parole siano semi di bene per il mondo:
dove c’è rumore, fa’ che pratichiamo l’ascolto;
dove c’è confusione, fa’ che ispiriamo armonia;
dove c’è ambiguità, fa’ che portiamo chiarezza;
dove c’è esclusione, fa’ che portiamo condivisione;
dove c’è sensazionalismo, fa’ che usiamo sobrietà;
dove c’è superficialità, fa’ che poniamo interrogativi veri;
dove c’è pregiudizio, fa’ che suscitiamo fiducia;
dove c’è aggressività, fa’ che portiamo rispetto;
dove c’è falsità, fa’ che portiamo verità.
Amen.


(Papa Francesco)